Kalighat: curare l’anasarca con l’agopuntura

Gennaio 2015

L’anasarca è un edema massivo e diffuso all’intero organismo e non evidenzia per lo più natura infiammatoria. La cute è liscia, tesa e assottigliata. L’origine di tale condizione patologica può essere varia. In Occidente di massima dipende da sindromi profonde, nefrosiche, gravi scompensi cardiocircolatori, insufficienze epatiche come ad esempio cirrosi.

Nel mondo povero invece le cause più frequenti di anasarca consistono nelle protratte e profonde carenze alimentari. A tragico esempio, abbiamo tutti nella mente le immagini di ventri rigonfi e distesi di neonati e bambini africani, asciti imponenti che almeno da un punto di vista eziologico possono essere considerate analoghe.

Sangjiu è un ragazzo di ventisei anni. Quando è stato ricoverato a Kalighat, il 29 aprile 2014 era davvero grave.

Anasarca conclamato, febbre alta, lamenti, tosse secca, impossibilità di muovere le gambe per il gonfiore dovuto alla presenza massiva del liquido ascitico, dolore ai movimenti passivi. Incontinenza urinaria e fecale. Atteggiamento scontroso, per nulla collaborativo. Rifiuta il cibo. Sulle prime valutiamo se trattarlo o astenercene per la sua gravità, il solito tempo di latenza per la presa in carico prende qualche minuto, ne parliamo fra noi e concordiamo di trattarlo con pochi aghi giornalmente.

29/4/2014

All’esame obiettivo, importante edema agli arti e ai genitali, falda ascitica ben evidente alla percussione dell’addome. All’auscultazione polmonare murmure vescicolare presente in tutti i campi, un po’ aspro. Polsi ben presenti, rapidi. Lingua non mostrata. Diagnosi: vuoto di soffio di milza e di rene, con ricaduta sul polmone.

Ricetta di agopuntura, un solo punto, Shuifen, nono punto del Vaso della Concezione, VC9, il nome del punto significa Distribuzione dell’acqua, è situato al tronco, sulla linea mediana, una distanza sopra l’ombelico. Data l’ascite e la posizione del paziente l’ago risulta posto alto, fra il VC9 e VC10, che è a due distanze sopra l’ombelico. Decidiamo di pungere il punto VC9 con un secondo ago mantenendo in sede il primo, quindi ago doppio su VC9. L’ago doppio è metodica che ci è capitato di utilizzare in passato su altri punti, ad esempio punti come Zhibian V54 al gluteo per lombosciatalgie inveterate.

Durante il trattamento il paziente prende a urinare abbondantemente e a lungo. Bene, ci guardiamo fra noi speranzosi. Dopo questo trattamento e nei giorni seguenti la diuresi si mantiene ampia, frequente e abbondante, specie durante i trattamenti ma non solo. Consigliamo alla suora di trattarlo con diuretici, in infermeria abbiamo visto scatole di Lasix.

30/4/2014

Rispetto al giorno precedente remissione della tosse. Lievissimo miglioramento dell’anasarca. Polsi ben presenti, rapidi. Lingua non mostrata. Ricetta: R6, M6.

1/5/2014

Anasarca in deciso miglioramento, ora il paziente, sempre allettato, riesce però a muovere le gambe in autonomia. Febbre diminuita. Falda ascitica non più apprezzabile alla percussione addominale. Paziente meno lamentoso, più contattabile, tanto da richiedere lui il trattamento con gli occhi. Denuncia dolore addominale, diarrea. Polsi ben presenti, rapidi. Lingua non mostrata. Ricetta: VC9, S25.

2/5/2014

Anasarca in lento progressivo miglioramento. Febbre. Non più diarrea, feci molli ma formate. Paziente inappetente, rifiuta ancora il pasto. E’ venerdì, giorno della visita settimanale del medico, chiediamo un consulto. Ci dice che a Kalighat non ci sono soldi sufficienti per le indagini e le cure necessarie.

Dati i miglioramenti ci informiamo sulla posologia del Lasix, ma il medico dice che il giovane non è in terapia diuretica, non è necessaria una terapia farmacologica, crede che causa fondamentale sia qui la scarsa assunzione di cibo. Specifica che in questi casi non prescrive il diuretico per le alterazioni che può provocare agli elettroliti, sostiene che il deficit di sodio e potassio che ne deriverebbe sarebbe letale.

Circa l’eziologia dell’anasarca, ritiene che possa derivare o da carenze nutritive, per noi risulta difficile crederlo anche data la robusta struttura del paziente, o da infestazione di vermi o da infezioni virali, più da alcune di queste cause commiste. Conclude che sono casi frequenti in India. Ritorniamo al paziente. Esame obiettivo. Polsi ben presenti, rapidi. Lingua non mostrata. Ricetta: M3, R3, GI11.

Tolti gli aghi chiede il cibo. Chiediamo alla suora di portarglielo nonostante non sia l’orario corretto. Alla vista del piatto di riso, lenticchie e patate il paziente lo rifiuta perché lo giudica poco abbondante. Ridendo la suora lo accontenta e lui, una volta messo seduto, mangia con il cucchiaio in autonomia. Siamo sulla buona strada.

3/5/2014

Non più febbre. Edemi declivi ancora ridotti tanto che oramai si distingue quasi la forma anatomica della caviglia e dei malleoli, permane anche se diminuito edema scrotale ancora importante. A pranzo consuma il pasto seduto sulla sedia a rotelle nella sala comune e non più a letto, chiede due volte il bis. Non ha febbre.

Diverse suore, nella giornata, vengono da noi per farci notare come il ragazzo sia migliorato. Polsi meno rapidi, ben presenti. Lingua non mostrata. Ricetta: 9VC, 6R. Dato il nostro imminente ritorno in Italia questo è l’ultimo giorno di terapia con agopuntura.

Considerazioni

In una settimana di trattamento il miglioramento del paziente è stato progressivo e importante. In questi termini non ce l’aspettavamo. Inizialmente abbiamo giudicato questo paziente a rischio di vita, passati pochi giorni il recupero è evidente e questo ci apre alla fiducia della sua guarigione, ormai quasi certa per le suore.

I primi giorni ritenevamo che i vantaggi fossero dovuti alla terapia diuretica, che davamo per scontata, invece non c’era nessuna terapia e il paziente rifiutava il cibo. Gli unici interventi terapeutici sono stati il quotidiano trattamento di agopuntura e l’alimentazione che sono valsi quindi a recuperare e attivare il sistema digestivo, fulcro della trasformazione vitale, e l’organismo a seguire.

Proseguio clinico

11/8/2014

Al nostro ritorno a Calcutta ai primi di agosto è stato bello ritrovare a Kalighat Sangjiu. Quando ci ha visti ci è venuto incontro sorridendo e ci ha mostrato come ora era in grado di camminare. Ormai eravamo amici. Aveva ancora non pochi edemi declivi ma complessivamente era recuperato. Lo abbiamo trattato anche durante quel soggiorno, sempre con pochi aghi per trattamento ma non più quotidianamente.

La risposta è stata meno eclatante ma pur sempre progressiva, le gambe divenivano via via più asciutte. Crediamo di non ritrovarlo al nostro prossimo viaggio a febbraio, le suore avevano in programma di dimetterlo prossimamente, speriamo.

 

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