Siamo tutti sotto questo cielo

Agosto 2016

Padre Sebastiano da giorni talvolta ci dice che sabato mattina avremmo imparato noi qualche cosa.

Così è stato davvero, questa mattina più di sempre.

Aminda ci ha accompagnati nelle missioni locali del Silsilah.

La prima è uno sterminato campo profughi, palafitte su fango. Silsilah ha dato loro la terra, dalla fine della guerra centinaia di famiglie vivono lì, in attesa che il governo dia loro di nuovo una casa permanente.

Come da messaggio del padre, cristiani e musulmani qui hanno imparato a vivere in armonia.

Nulla però è veramente sicuro qui a Zamboanga, la sera nemmeno i filippini escono di casa col buio.

Così con nostra sorpresa poco prima di deviare nello sterrato che ci ha condotti nella comunità un camioncino con quattro guardie armate di quattro fucili ha iniziato a seguirci. Ci protegge. I fucili stridono col sole e coi sorrisi gioiosi dei bambini, con la calma rassegnata dei loro genitori. Ugualmente quel fango sporco e melmoso e ormai pieno di spazzatura che nessuno viene a portare via, stride con la presenza di tante famiglie, con le loro casette coi pomodori e la verdura in ingresso.

È la vita qui. Un continuo contrasto.

Il quotidiano scorre eppur si avverte sempre una lieve tensione, sottile e costante, non è vera paura e nemmeno franca preoccupazione, è più una sensazione lieve sulla pelle. La senti e lo sai, fai finta di niente e proseguì. Come dice Padre Sebastiano, “siamo tutti sotto questo cielo”.

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